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al testo di Daniela Iodice
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Nell'angolo, il più assolato del giardino, in un mattino di ancor tiepido febbraio, il mio bassoto astuto sta disteso su una pietra a rosolarsi godendo del calore e dei profumi d'erba appena falciata e di narcisi in fiore. "Nonna, perché Sissi non parla?" domanda il mio bambino tentando di attirarne l'atenzione con carezze miste a dispetti e tiratine di peli e dita infilate negli occhi e nelle orecchie. Sissi, resa saggia dagli anni, resta immobile a ricevere sulle vecchie ossa i doni dell'incipiente primavera. "Nonna-insiste il bimbo- perché non mi risponde? Voglio giocare con lei a nascondino." Sorrido e penso: come posso spiegare ad un bambino che anche Sissi parla, così come ogni altro essere vivente: emette suoni ognuno dei quali ha un significato: "Vedi gli uccelli che svolazzano in giardino? cantando si rimandano suoni che solo loro e pochi altri sono in grado di capire; adesso per esempio, quell'uccellino canta perché è felice o perché si sente solo su quel ramo alto e inaccessibile? Tu lo sai? Io non lo so. Però capisco quando il mio cane abbaia perché ha fame o vuole uscire o ringhia perché si sente minacciato, lo capisco perché è il mio cane e ci vogliamo bene: solo noi essere umani traduciamo i sentimenti in suoni e i suoni in parole, tuttavia non sempre ci capiamo se non siamo sorretti dall'amore.
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